Feltrinelli: Campi del sapere
Figlie del padre. Passione e autorità nella letteratura occidentale
by Maria Serena Sapegno
publisher: Feltrinelli
pages: 250
Si può raccontare la storia di una relazione naturale, eppure così densa di arcaiche ambiguità, come quella tra una figlia e s
Il senso della possibilità. Sei lezioni
by Salvatore Veca
publisher: Feltrinelli
pages: 235
Questo libro è costruito intorno a un'idea semplice: un elogio della libertà di esplorare mondi sociali possibili
Sei lezioni sulla città
by Guido Martinotti
publisher: Feltrinelli
pages: 266
"sei lezioni sulla città" raccoglie i risultati di una ricerca che ha rivoluzionato il modo di concepire le dinamiche di svilu
La grande regressione. Quindici intellettuali da tutto il mondo spiegano la crisi del nostro tempo
publisher: Feltrinelli
pages: 235
Non c'è stata alcuna "fine della storia", nessuna affermazione globale della democrazia liberale
La società orizzontale. Liberi senza padri
publisher: Feltrinelli
pages: 103
C'è un falso mito nella nostra società che deve essere sfatato
Malinconia di sinistra. Una tradizione nascosta
by Enzo Traverso
publisher: Feltrinelli
pages: 246
La malinconia di sinistra è sempre esistita. Non è nostalgia del socialismo reale ma una "tradizione nascosta" che non appartiene alla narrazione canonica del socialismo e del comunismo, con la loro fede nel progresso e l'orgoglio di saper combattere lotte giuste e vittoriose. La malinconia di sinistra incarna lo spirito del dubbio, lontano dai miti e dalla propaganda. Sa che i totalitarismi possono tornare, che la storia è imprevedibile, che le lotte del presente devono tenere gli occhi aperti sulle sconfitte del passato, perché ogni tragedia custodisce una promessa di riscatto e lo sguardo dei vinti è più penetrante di quello dei vincitori. Le macerie delle battaglie perdute sono il cuore da cui nascono nuove idee e nuovi progetti. Con il crollo del Muro di Berlino non è finito soltanto il socialismo reale; si è anche esaurito il tempo delle utopie con le quali volevamo trasformare il mondo, obbligandoci a mettere in discussione le idee con cui avevamo cercato di interpretarlo. Enzo Traverso percorre le orme di una cultura di sinistra che, capace di guardare in faccia la sconfitta, può forse ripensarsi. Queste pagine tornano a interrogare le grandi figure che hanno costellato la storia di questa tradizione sotterranea: da Marx a Benjamin, fino a Daniel Bensaïd, passando attraverso la pittura di Gustave Courbet e i film di Chris Marker e Theo Angelopoulos. Un libro che spiega che cos'è la cultura di sinistra, rivelandone tutte le complessità e le interferenze.
Bartolomé de Las Casas. La conquista senza fondamento
by Luca Baccelli
publisher: Feltrinelli
pages: 279
L'Europa del Cinquecento, scoperta l'America, stermina in pochi decenni gran parte dei suoi abitanti. Ma nello stesso periodo l'Europa diventa anche uno straordinario laboratorio di pensiero. Chi sono gli "altri", animali da macello, utili schiavi, buoni selvaggi, nostri simili? La Spagna di Cristoforo Colombo e dell'imperatore Carlo V, di Hernán Cortés e dei missionari offre a questo dibattito un terreno particolarmente fertile. Bartolomé de Las Casas (1484-1566) arriva nelle colonie a diciotto anni. Come cappellano dei conquistadores è testimone delle loro stragi e di infinite crudeltà. Inizia a interrogarsi con temeraria onestà sulla sua presunta missione, gradualmente si converte alla causa degli indigeni e spende il resto dell'esistenza per fermare il massacro. Mettendo a frutto i tesori della sua formazione giuridica e teologica e la sua abilità politica apre spazi di dubbio e introduce novità teoriche prima impensabili. Las Casas arriva a negare la legittimità di tutte le guerre di conquista, a riconoscere il pieno valore delle culture indigene, a teorizzare la necessità di restituire ai nativi la libertà e la terra. È stato dipinto ora come il diabolico traditore della missione evangelizzatrice spagnola, ora come l'apostolo e il cantore degli indios. Oggi alcuni lo ritengono un profeta della decolonizzazione, altri un ambiguo corresponsabile dell'etnocidio culturale degli indigeni. Questo libro indaga la sua straordinaria avventura umana, politica e intellettuale.
Direi di no. Desideri di migliori libertà
by Enrico Donaggio
publisher: Feltrinelli
pages: 155
Siamo diventati incapaci di un gesto elementare: dire di no. Due lettere, un movimento della testa e del corpo un tempo familiare. L'arma più potente e carica di speranza per chi desiderava libertà diverse da quelle concesse dal presente. Libertà migliori di quelle proposte oggi da un capitalismo che racconta di essere l'orizzonte unico e privo di alternative. Come è stato possibile fino a ieri dire di no? In quale misura potrebbe tornare a esserlo? Quanta radicalità ci è concesso esprimere nel nostro agire quotidiano? Di quanta integrità siamo ancora capaci? Esistono gesti di libertà con cui incidere davvero sul reale? Queste le domande al cuore del libro di Enrico Donaggio. Le sue pagine offrono una serie di incursioni, sensibili e taglienti, nei simboli e negli stati d'animo del disincanto contemporaneo. Attraversano le complicità nascoste, l'autosfruttamento ordinario, l'eccesso di zelo con cui tradiamo ogni giorno i nostri desideri di migliori libertà. Per disegnare l'imprevedibile mappa di una critica e di una resistenza possibili, i contorni di una nuova passione per la libertà e di una nuova intesa con ignoti compagni di speranza.
L'idea di socialismo. Un sogno necessario
by Axel Honneth
publisher: Feltrinelli
pages: 154
L'idea di socialismo aveva animato grandi conquiste sociali e politiche. Aveva mostrato che lottare è giusto, che cambiare è possibile. Poi le tragedie del comunismo l'avevano offuscata, e il benessere del capitalismo aveva surclassato le sue più rosee aspettative. Lo scenario del capitalismo contemporaneo ci ha bruscamente risvegliati dalle nostre confortevoli illusioni. La realtà del mondo neoliberista è fatta di stridente disuguaglianza economica, sfacciato sfruttamento del lavoro, illimitata precarizzazione delle esistenze. In queste pagine Axel Honneth, uno dei maggiori filosofi contemporanei, erede principale della prestigiosa Scuola di Francoforte, torna a fare i conti con l'idea di socialismo restituendocene una lettura nitida e coraggiosa, rigorosa e attualissima. Honneth la libera anzitutto dai suoi retaggi ottocenteschi, dai suoi legami con un mondo industriale tramontato, dai suoi debiti verso una mitologia della storia fatta di leggi infallibili e infondato ottimismo. E la cala nel nostro mondo, la mette a confronto con la complessità del nostro tempo, la fa dialogare con le leggi di un mercato che non demonizza ma anzi indica come inedito vettore di emancipazione. Soprattutto, Axel Honneth riporta l'idea di socialismo al suo nocciolo più antico e più urgente, quello di una libertà che si realizza nell'appartenenza e nel riconoscimento di tutti e di ciascuno. In una parola, il nocciolo di una libertà che fa rima con solidarietà.
La società punitiva. Corso al Collège de France (1972-1973)
by Michel Foucault
publisher: Feltrinelli
pages: 371
Supplizi capitali, deportazioni spietate, ovattati isolamenti. In questo corso, uno dei più importanti del suo insegnamento al Collège de France, Michel Foucault si interroga sul significato delle punizioni che l'Europa, nel corso dei secoli, ha predisposto per chi trasgrediva la legge e incorreva nelle sue sanzioni. Per la prima volta possiamo toccare con mano la documentazione da cui Foucault ricaverà le sue celebri analisi sul potere sovrano, sul potere disciplinare e sul paradigma biopolitico. Ed ecco che il patibolo, le prigioni, i lavori forzati, le torture più feroci, l'isolamento più silenzioso diventano lo specchio di ciò che l'Europa è stata ed è diventata nel corso dei secoli. C'è stato il tempo della punizione spettacolare e granguignolesca e quello della pena silenziosa e sottratta agli sguardi, il tempo del potere che inscena la sua magnificenza e quello del potere che si nasconde, il tempo del potere che dà la morte e quello del potere che amministra minuziosamente la vita dei cittadini. In questo specchio straniante vediamo prendere forma decisioni epocali circa i rapporti tra soggetto e potere, legalità e illegalità, ordine e disordine. Sullo sfondo di queste pagine, un'ipotesi finora meno evidente nell'itinerario foucaultiano: che la guerra civile non costituisca affatto una condizione eccezionale per le nostre società, ma sia lo stato normale, la materia sottostante, la stoffa eterna di cui è fatto il potere.
Oltre le passioni tristi. Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa
publisher: Feltrinelli
pages: 151
Miguel Benasayag riprende la celebre diagnosi formulata dodici anni fa con "L'epoca delle passioni tristi". La approfondisce, la radicalizza, ma ne fa anche un osservatorio da cui guardare al futuro con forza e speranze inedite. Benasayag descrive un paesaggio sociale devastato dal neoliberismo, dominato dall'individualismo sfrenato, dal mito della prestazione illimitata, dalla competizione senza quartiere. Tutto questo, ci spiega, si traduce in un profondo dolore individuale e in una radicale impotenza collettiva. Siamo vittime di questo malessere, e allo stesso tempo non ce ne rendiamo conto. Un intero mondo costruisce sistematicamente la nostra solitudine, e noi scambiamo questa violenta espropriazione per una perenne inadeguatezza individuale. Di fronte a questo panorama, da un lato Benasayag denuncia la collusione di tutti quei saperi che dovrebbero aiutarci ad affrontare questo oceano di sofferenza individuale e collettiva. Dall'altro lato, Benasayag ci insegna a leggere in filigrana questo scenario di distruzione per valorizzarne le potenzialità inespresse. E, soprattutto, per mostrarci che quelle potenzialità sono alla portata di chiunque di noi. Se le catene del neoliberismo inchiodano ciascuno al proprio posto, Benasayag ci spiega come trasformare quelle catene in legami interpersonali. I vecchi rapporti di potere diventano così il terreno di una nuova comunità di esperienze. E l'epoca delle passioni tristi si rivela come il tempo della creazione condivisa.
Perché i potenti delinquono
by Vincenzo Ruggiero
publisher: Feltrinelli
pages: 202
Con questo libro Vincenzo Ruggiero getta uno sguardo coraggioso sulla natura del potere. Contesta le analisi più consolidate della sociologia e della criminologia. Rifiuta la tesi classica secondo cui un individuo compie un crimine quando viene meno il legame che lo vincola agli altri e l'ideale della giustizia avvizzisce nel deserto del bisogno. Ruggiero rovescia questa visione pacificata del legame sociale e riconosce che i potenti compiono ogni giorno ogni sorta di crimini, nonostante la loro condizione di privilegio, nonostante le grandi ricchezze di cui dispongono, nonostante il vasto tessuto di relazioni di cui godono. I crimini dei potenti non sono l'estrema risorsa di chi è debole, ma l'affermazione più sfacciata di chi è forte. Convocando accanto alla criminologia e alla sociologia una vasta serie di altri saperi, dalle scienze politiche alla letteratura, dall'economia alla filosofia, questo libro illumina passo dopo passo la sottile ragnatela di strategie che consentono al potere di stare contemporaneamente dentro e fuori dalla legge, di piegare il discorso pubblico alle proprie necessità di giustificazione, di costruire contesti in cui i propri scopi possano assumere le sembianze degli scopi di tutti e di ciascuno. E ci insegna, così, a decifrare il volto oscuro di un potere che è sempre, in parte, irrazionale, sfrenato, anomico. In una parola, criminale.