Books of Carlo Ginzburg
Rapporti di forza. Storia, retorica, prova
by Carlo Ginzburg
publisher: Quodlibet
pages: 172
Le discussioni sul metodo storico non riguardano solo gli addetti ai lavori: oggi, più che mai, riguardano tutti
La lettera uccide
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 252
Di fronte alla varietà dei temi discussi in questi saggi ci si potrà chiedere se esista un filo che li leghi
I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 311
Nel leggere le testimonianze di questi contadini friulani, uomini e donne, vissuti tra '500 e '600, si è afferrati, come lo fu
Il giudice e lo storico. Considerazioni in margine al processo Sofri
by Carlo Ginzburg
publisher: Quodlibet
pages: 176
Il 12 dicembre 1969 scoppia la bomba di piazza Fontana a Milano
Giochi di pazienza. Un seminario sul «Beneficio di Cristo»
publisher: Quodlibet
pages: 304
È il resoconto di uno studio sul testo religioso più famoso e discusso del Cinquecento italiano: il Beneficio di Cristo
Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del '500
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 269
Pubblicato per la prima volta nel 1976, «Il formaggio e i vermi» ritorna con una postfazione
Occhiacci di legno. Dieci riflessioni sulla distanza
by Carlo Ginzburg
publisher: Quodlibet
pages: 296
«Tutto il mondo è paese non vuol dire che tutto è uguale: vuol dire che tutti siamo spaesati rispetto a qualcosa e a qualcuno»
Nondimanco. Machiavelli, Pascal
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 242
Machiavelli, Pascal: un accostamento inatteso, per più versi sorprendente
Storia notturna. Una decifrazione del sabba
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 459
Voli notturni verso luoghi solitari, rapporti sessuali con il demonio, orge e infanticidi, profanazione della croce e dei sacr
Centro e periferia nella storia dell'arte italiana
publisher: Officina libraria
pages: 164
«In un'età di imperialismi e di subimperialismi, in cui anche le bottiglie di Coca-Cola si configurano come segno tangibile di
Paura, reverenza, terrore
by Carlo Ginzburg
publisher: Adelphi
pages: 311
Siamo circondati, sommersi dalle immagini. Dagli schermi dei computer e degli apparecchi televisivi, dai muri delle strade, dalle pagine dei giornali, immagini d'ogni genere ci seducono, ci impartiscono ordini (compra!), ci spaventano, ci abbagliano. Questo libro ci invita a guardare le immagini lentamente, attraverso alcuni esempi, notissimi e meno noti: Guernica, il manifesto di Lord Kitchener con il dito puntato verso chi guarda, il Marat di David, il frontespizio del Leviatano di Hobbes, una coppa d'argento dorato con scene della conquista del Nuovo Mondo. Immagini politiche? Sì, perché ogni immagine è, in un certo senso, politica: uno strumento di potere. Siamo soggiogati da menzogne di cui noi stessi siamo gli autori, ha scritto Tacito e sono parole indimenticabili. È possibile infrangere questo rapporto?
Il filo e le tracce. Vero, falso, finto
by Carlo Ginzburg
publisher: Feltrinelli
pages: 337
Questo libro esplora il mutevole rapporto tra verità storica, finzione e menzogna attraverso una serie di casi. Contro la tendenza dello scetticismo postmoderno a sfumare il confine tra narrazioni di finzione e narrazioni storiche in nome dell'elemento costruttivo che le accomuna, il rapporto tra le une e le altre viene visto in questo libro come una contesa per la rappresentazione della realtà. Scavando dentro i testi, contro le intenzioni di chi li ha prodotti, si possono far emergere voci incontrollate: per esempio quelle delle donne o degli uomini che, nei processi di stregoneria, si sottraevano agli stereotipi suggeriti dai giudici. Nei romanzi medioevali si possono rintracciare testimonianze storiche involontarie su usi o costumi, isolando all'interno della finzione frammenti di verità: una scoperta che oggi ci sembra quasi banale, ma che aveva un suono paradossale quando verso la metà del Seicento, a Parigi, venne formulata per la prima volta esplicitamente. Realtà, immaginazione, falsificazione si contrappongono, s'intrecciano, si alimentano a vicenda. Gli storici, scriveva Aristotele, parlano di quello che è stato (del vero), i poeti di quello che avrebbe potuto essere (del possibile). Ma il vero è il punto d'arrivo, non un punto di partenza. Gli storici (e, in modo diverso, i poeti) fanno per mestiere qualcosa che è parte della vita di tutti. Districare l'intreccio di vero, finto e falso che è la trama del nostro stare al mondo.